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Pericope del cantautore

In quei tempi Elvis era in Las Vegas, Nevada, dove ogni sera ammaestrava il popolo all'Hilton.
Allora, i produttori, i compositori ed i parolieri condussero presso di Lui un triste cantautore, la cui musica era terribile ed i cui testi inascoltabili e, postolo in mezzo al palco, Gli dissero: “Maestro, le canzoni di quest'uomo sono inascoltabili; ora dicci: cosa dovremmo fare di lui?”
Questo dissero per metterlo alla prova; ma Egli, ignorandoli, strimpellava la chitarra e cantava per il Suo popolo. E siccome quelli insistevano ad interrogarlo, posò la chitarra e disse: “chi di voi non ha singoli orrendi nella sua discografia, scagli contro di lui la prima pietra.” Detto questo, ricominciò a suonare per i suoi. E quelli si guardarono l'un l'altro e, pensando a tutte le “Felicità” e “Fiumi di parole” che infestavano la loro discografia, lasciarono cadere le pietre e si allontanarono ad uno ad uno.
Elvis rimase quindi solo con il cantautore lì sul palco. Alzatosi, Elvis gli disse: “allora, dove sono tutti? Nessuno ti ha condannato?” ed egli rispose “nessuno, o Re”. Allora Elvis gli disse: “neanche io ti condanno; ora va', e la prossima volta pensaci due volte prima di registrare un pezzo.”

Il cantautore allora lasciò il palazzo, e rimase fuori con il resto del popolo ad attendere il Re; ma una voce, scesa dall'alto, tuonò: “Signore e signori, Elvis ha già lasciato l'edificio. Grazie a tutti, e buonanotte.”

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